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NEWS
Teatro "Lo Spazio"
via Locri, 44 - Roma
DAL 5 AL 10 MARZO 2013
da martedì a sabato ore 20.45
domenica ora 17.00
Libro edito da "La Mongolfiera Editrice"
“Wakefield” è una novella di Hawthorne che narra di un uomo determinato a guardare la propria vita dal di fuori.
Per farlo, il protagonista abbandona la famiglia prendendo alloggio nella stanza di una pensione che fronteggia la casa da cui è venuto via, e qui rimane per una ventina d’anni sino al giorno in cui decide di riattraversare la strada e ritornare dalla moglie (ormai spenta da una vedovanza ritenuta certa) con l’intenzione di riavviare il ménage di un tempo come se nulla fosse accaduto.
Da qui si parte per un viaggio che, attraversando Poe e Melville, giunge imprevedutamente alle Olimpiadi messicane del ’68 per raccontare una prodigiosa impresa sportiva…
… per raccontarla dal di dentro, quasi in presa diretta…
… e per raccontare qualcosa da molti dimenticata.
O forse mai saputa.
Foto di ROBERTO RICCIU
autore, insieme a Fausta Dal Monte, de
LA FABBRICA DELLA VITA
Omaggio a Capo Verde
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VISITATE IL SITO WWW.LAMONGOLFIERAEDITRICE.IT
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Giuseppe Manfridi in una sequenza di stanze concatenate apre porte invisibili della letteratura con una sola chiave: il teatro. E' il racconto del racconto il senso del suo spettacolo, andato in scena in un gremito teatro Argentina, dal titolo “Wakefield, l'uomo che volò oltre se stesso” e pregevole testo teatrale edito da La Mongolfiera.
L'opera di Manfridi che lo vede unico autore, protagonista, dicitore, narratore, critico letterario, si dipana in due ore di puntuale interpretazione e accattivante presenza scenica. E' un testo che si fa teatro ma è scrittura letteraria e critica; non è un adattamento alle tavole del palcoscenico della novella di Hawthorne, è molto di più. E' la potenza e il potere della scrittura che tramuta un' asettica critica letteraria in letteratura nuova, vitale, che diventa altro da sè, ha vita propria ed è un'altra opera.
Manfridi teatralizza secoli di letteratura, dal primo libro dell'Eneide ad Edgard Allan Poe, da Melville a Jack London. Secoli di parole accomunati dal tema della devianza, intesa come caso che muta gli eventi dagli intendimenti iniziali, come imprevedibile scelta di una volontà non calcolata dall'essere umano ma di cui l'umanesimo è il fautore. Non è il caso cieco, non è il destino religioso giansenista, è la scelta che ogni essere umano fa ogni giorno e che determina il giorno successivo, il momento successivo. E si tratta proprio di momenti perché Manfridi è un uomo di teatro e conosce le regole aristoteliche di spazio, tempo ed azione della mise en scène ma è anche filosofo e allora il tempo, i secondi, sono personaggio, dramatis personae che mutano una vita intera. Secondi che nascono come spazio nella distanza del “qui di ieri “ e “il lì di oggi “ di Wakefield e diventano tempo che cambia la vita del campione di salto in lungo nelle Olimpiadi di Città del Messico del '68.
Tempo, devianza, critica letteraria, filosofia esistenziale portati in scena con leggerezza; Manfridi a tratti è autoironico, quasi comico, accompagna e coinvolge il pubblico senza noia e distrazione; é appassionato e consapevole quando trasmette il messaggio del potere dello scrittore che come dio crea dal nulla anche ciò che non è vero. Lega e scioglie contemporaneamente autori, personaggi, storia umana con un sottile gioco di numerologia, con cifre che si ripetono senza senso perchè il senso non è cabalistico ma è quello della vita che muta nell'attimo che prima non c'era.
Manfridi racconta i racconti a teatro come ultimo luogo, spazio di comunicazione possibile per l'uomo moderno annegato nell'orizzontalità di una comunicazione che è incomunicabilità.
Fausta Dal Monte
Articolo pubblicato sul quotidiano nazionale "Il Tempo" del 07/02/2010
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